di Enzo Carrozzini
“Non si ama con il cuore, si ama con l’anima che si impregna di storia, non si ama se non si soffre e non si ama se non si ha paura di perdere. Ma quando ami vivi, forse male, forse bene, ma vivi. Allora muori quando smetti di amare, scompari quando non sei più amato. Se l’amore ti ferisce, cura le tue cicatrici e credici, sei vivo. Perché vivi per chi ami e per chi ti ama.” (Alda Merini)
Che cosa provochi l’amore tra gli esseri umani, dalla notte dei tempi è oggetto di osservazione e descrizione di pensatori, poeti, (valga la citazione della grande poetessa Alda Merini riportata in inizio), e poi ancora di opere cinematografiche e televisive. L’amore è una parola che non necessita di alcuna spiegazione e nemmeno di essere scortata da altre, perché esprime al meglio tutta l’alchimia che sprigiona quando due persone decidono di scegliersi e percorrere insieme un tratto di strada breve o lungo che sia. La seconda parte della richiamata citazione, invece, descrive bene il precipizio in cui si cade allorquando l’amore sfiorisce e si smette d’amare ed essere amati, ma non sempre nella vita accade che le “cicatrici si curino” affinché si possa risalire sulla giostra alla ricerca dell’amore. Nella vita reale , purtroppo, assistiamo all’aumento agghiacciante di dati sulla violenza fisica e morale degenerante nelle uccisioni di persona, e nella maggioranza- schiacciante dei casi quella è costituita da donne. Le statistiche del 2012 e 2013 nel “Bel Paese” registrano un quadro terribile della situazione , con incremento del femminicio del 12%, e oggi dati recenti registrano l’uccisione di una donna da parte di un uomo ogni tre giorni.
Perché un uomo uccide una donna?
Per troppo amore? Per incapacità di affrontare la realtà dell’abbandono? Per orgoglio? Perché non è stato mai svezzato dalla madre? Perché crede di aver accanto uno zerbino da calpestare e sbattere a suo piacimento? Perché preda del retaggio di una società maschilista ritiene, a torto, di essere superiore alla propria donna e persegue l’obiettivo all’insegna dell “io so io e tu non sei un ..” (Di monicelliana memoria)? Perché è un folle? Molteplici le domande quanto le risposte.
Un cosa è certa , la donna quando ama, ama davvero al punto di accettare ogni sorta di angherie, violenze verbali e fisiche, ma quando la cosa diviene insopportabile e decide di allontanarsi, è forse troppo tardi per lei…
D’altro canto ci sono casi in cui alcune donne hanno chiesto aiuto alle Istituzioni pagando ugualmente gravi conseguenze, perché purtroppo i maschietti se decidono di praticare la punizione per “lesa maestà” è arduo fermarli.
È auspicabile, In questo senso, un costante potenziamento e collegamento tra reti di associazioni a tutela delle donne ed Istituzioni locali e nazionali, per Fornire validi strumenti di prevenzione e protezione atti ad evitare che donne siano preda di uomini beva, non dimenticando che l’informazione può svolgere un ruolo altrettanto determinante. Era il 2007 quando il canale tre della Rai incominciò la programmazione di Amore Criminale, della regista e autrice televisiva Matilde D’Errico, una trasmissione che ha cominciato a far emergere il dramma della violenza sulle donne presentando sullo schermo centinaia di storie di vittime, ma anche di quelle che, nonostante gli abusi, si sono salvate. Tantissime donne, riteniamo, debbano gratitudine al programma ed alla sua autrice, perché la visione dei casi trattati ha donato loro coordinate di comprensione ed informazione da adottare in eventuali casi similari vissuti.Matilde D’Errico il 15 Dicembre alle ore 19:00, presenterà a Bari presso la sala Consiliare della Provincia Di Bari, il suo libro “Amore Criminale”(Einaudi Editore) riguardante tematiche già affrontate nel programma, storie descritte con compassione senza sensazionalismo o morbosità, laddove a parlare sono i fatti con la loro drammaticità. Alla serata ,nel ruolo di voce narrante, parteciperà l’attrice Floriana Uva.
Sala Consiliare Provincia di Bari
Bari Lungomare Nazario Sauro 29
15 Dicembre ore 19:00 ingresso libero