di Enzo Carrozzini
Mito di Partenope e terra di Santi, Napoli è così, commistione di paganesimo, sacro e profano, la bellezza della natura, purtroppo vilipesa dalle tante “mani sulla città” di ogni tempo, il ventre sgarrupato e malsano così come lo descriveva la grande scrittrice Matilde Serao. Eppure è l’incrocio tra bellezza e “lota” (fango) a far sgorgare lo spirito migliore della napoletanità, un trionfo di passione miseria e bellezza, ironia malinconia e sogno, da cui ha preso vita la grande letteratura partenopea di Salvatore di Giacomo, il teatro di Petito e Scarpetta, De Filippo, Totò, fino a Troisi, come le dolcissime e magnifiche melodie unite all’armonia dei testi di brani apprezzatissimi che costituiscono colonna sonora della nostra vita. Ma che cosa ha di speciale questo pezzo di terra che si definisce Napoli, un territorio che unisce, da Nord a Sud, Capo Miseno a Punta Campanella, ancora testimonianza di bellezza accecante, nonostante tutte le ferite inferte da una parte della sua genia disgraziata, che è stato e continua ad essere fonte di vita ispirazione e creatività per il suo popolo? È Matilde Serao a venirci incontro spiegandoci l’immanenza e l’immortalità della sirena Partenope sulla città:
“Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene…. ” concludendo ” è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non muore, non ha tomba, è immortale …è l’amore”.
È amore che muove i napoletani , scrive sempre Serao :
“All’ombra del Vesuvio, la città partenopea è da sempre fonte di ispirazione per i comici, ma anche per gli scrittori, i poeti e gli artisti, che nella pazzia e nella (sua) straordinarietà hanno trovato un motivo per esprimere la propria genialità“. ll velo di Partenope continua ad aleggiare tra i partenopei, ” è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città“, e irretisce, aggiungiamo, miriadi di persone.
E’ la passione per la napoletanità, per la città, per la sua cultura letteraria e musicale (che è tutt’una), a muovere artisti di ogni dove a cimentarsi con essa, così si spiega il progetto dell’ Ensemble “I TEATRALMUSICANTI”, che nell’ambito della 32 ^ stagione concertistica “Fasano Musica” presenterà venerdì 17 Aprile presso il Teatro Sociale, un “percorso” d’amore per la molteplicità di aspetti coi quali si manifesta la “napoletanità” , dal titolo “Napoli: Anema e core”. La compagine formata da Ciro Greco (Baritono), Leonardo Lospalluti(Mandolino), Donato Schena(Chitarra) e Floriana Uva(attrice voce narrante), offrirà un florilegio dei più bei brani della tradizione musicale partenopea di autori del livello di De Curtis, Di Capua, Donizetti, Falvo, Tosti e Modugno, alternandoli a poesie e aneddoti, di Bovio, Capurro, Di Giacomo, Fusco, Gigli, Russo, Sacco, come dei De Filippo, Tolino e Totò.
Teatro Sociale
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