di Elena Manigrasso
E finalmente abbiamo tagliato il nastro alla nuova produzione di vini del Salento per opera di Daniele e Tiziana Marinelli. Se vi capita di percorrere le viuzze di un paesino chiamato Marittima di Diso, in provincia di Lecce non passerà inosservato il luogo in cui questi due ragazzi carosinesi fanno assaggiare le delizie della terra di Carosino. Se vogliamo dirlo in dialetto salentino questo piccolo centro lo chiameremo Maritima, come dicono le donne anziane del paese, alcune vestite ancora con grembiule e fazzoletto sulla testa. Sono donne segnate dalla fatica di chi ha dedicato il suo tempo alla terra e al mare. Infatti Marittima di Diso, come dice la parola stessa non si fa mancare nulla, né il verde dei vigneti, né la bellezza delle sue coste. Il profumo di vento di scirocco e di vigna che sboccia è rimasto così impresso nella memoria ai due giovani imprenditori che hanno voluto tentare una nuova apertura per la diffusione di vini locali, anche in tempo di crisi. La cosa che unisce Marittima a Carosino è la sua storia: anche i suoi cittadini hanno subito la dominazione di Messapi, Bizantini, Normanni, Angioini come è avvenuto per le località tarantine. Le pietre, i monumenti parlano di queste incursioni. La zona di Musicuro, a Carosino, conserva ancora le tracce di insediamenti messapici. Nella zona fertile di Musicuro gli avi di Daniele avevano coltivato vigneti che successivamente hanno prodotto vini di qualità. Oggi possiamo fare i nomi di etichette come “satiro primitivo del salento, nobilito Salento rosso, terre apule rosso” e i nomi potrebbero continuare all’infinito.
Andare a Marittima di Diso significa visitare la chiesa di S. Vitale, il santuario di Santa Maria di Costantinopoli con la pregevole facciata barocca, la grande torre nel centro della cittadina, la colonna dell’Osanna che serviva per la giornata delle Palme. Ma significa anche conoscere i sapori della nostra terra, e un carosinese ha puntato sulla terra leccese per far assaporare vini di gran pregio. Siete in piazza principe Umberto? Provare per credere.
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