Il Comune di Castellaneta è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 2233 del 31 ottobre 1991 quale responsabile civile del crollo del 7 febbraio 1985 che causò la morte di 34 persone. In virtù di quella sentenza (definitiva e giammai modificabile) il Comune è tenuto al pagamento dei risarcimenti ai parenti delle vittime (in solido con gli altri condannati).
La condanna è una conseguenza delle responsabilità accertate a carico di diversi rappresentanti e soggetti agenti per conto del Comune: l’on. Gabriele Semeraro (Sindaco al momento del collaudo, nonché al momento del crollo del palazzo), Bellisario Cassandro (vicesindaco all’epoca del crollo), l’ing. Mario Rezza (ingegnere comunale collaudatore del palazzo al momento della sua costruzione) e Giuseppe Martinozzi (titolare dell’impresa che eseguiva i lavori ai marciapiedi per conto del Comune).
Dopo varie vicende il 5 marzo 2015 il Tribunale di Lecce ha quantificato i risarcimenti dovuti.
Se è vero che sono trascorsi 30 ani dalla tragedia del 7 febbraio 1985, occorre prima di tutto precisare che la prima sentenza civile che aveva quantificato i risarcimenti è del 2003: è da quella data e non prima che il Comune ha avuto piena cognizione dell’entità precisa di quanto dovuto in virtù della condanna da parte della Cassazione.
E proprio dopo la sentenza del 2003 che noi familiari delle 34 vittime abbiamo formulato la prima proposta di transazione: riconoscimento della sola sorte capitale con rinuncia agli interessi. E la stessa proposta veniva poi da noi ripresa nel 2009.
Malgrado ciò, sia nel 2003 che nel 2009 le Giunte in carica e le maggioranze consiliari che le sostenevano hanno rigettato le nostre proposte di accordo. Il rifiuto di quelle proposte ha determinato l’aumento dell’entità dei risarcimenti.
Un’analoga proposta di transazione a quella presentata nel 2003 e nel 2009 (nostra accettazione della sorte capitale, rinuncia agli interessi e dilazione dei tempi per il pagamento dei risarcimenti) era stata ribadita dai nostri legali nell’incontro tenuto con il sindaco a metà aprile scorso, dopo la sentenza del 5 marzo emessa dal Tribunale di Lecce. Tale proposta è stata però ignorata dal sindaco per sei mesi: per smuoverlo e indurlo a incontrarci c’è voluto un primo pignoramento e poi la decisione del Tribunale di Lecce di rigetto della richiesta di sospensiva della sentenza. Nell’incontro di mercoledì scorso 14 ottobre il sindaco ha ripreso e fatta propria la nostra proposta di transazione tante volte ignorata.
Meglio tardi che mai aggiungiamo noi. Infatti l’eventuale prosieguo del processo potrebbe solo determinare un ulteriore aumento dell’esborso di denaro a carico del Comune.
A partire dalla prima sentenza civile del 2003 abbiamo sempre proposto e riproposto accordi e transazioni, dichiarando la nostra disponibilità a rinunciare a una parte notevole dei risarcimenti. Questa disponibilità in seguito all’incontro del 14.10.2015 è stata ora confermata da molti dei noi con atto scritti controfirmata dai legali con l’accettazione dell’ipotesi di transazione. Nei prossimi giorni tutti i parenti delle vittime del crollo valuteranno con i loro legali la situazione e assumeranno le relative decisioni.
I contenuti non modificabili (il venir meno di una delle condizioni farebbe saltare la transazione) della proposta da noi sottoscritta sono in sintesi le seguenti:
1) ritiro dell’appello presso il Tribunale di Lecce da parte del Comune con conseguente fine della lite giudiziaria;
2) pagamento della quota capitale fissata nella sentenza n.1251/2015 del marzo scorso 2015 per ogni erede;
3) accettazione, da parte del Comune, dell’appello incidentale presentato da alcuni familiari delle 34 vittime per evidenti errori di calcolo;
4) definitiva acquisizione e quindi nessuna detrazione delle somme già corrisposte dal Comune di Castellaneta in forza della quota provvisionale disposta dall’Autorità Giudiziaria penale;
5) pagamento da parte del Comune delle spese di registrazione della sentenza civile del Tribunale di Lecce del marzo scorso, nonché di eventuali altre spese conseguenti al ritiro dell’appello;
6) sottoscrizione dell’accordo entro e non oltre il 31.01.2016 pagamento dell’intero importo delle somme definite nell’accordo entro e non oltre il 28 febbraio 2016.
Secondo le nostre stime la transazione (con l’adesione totale degli eredi) si chiuderebbe con circa € 11.000.000,00 somma non molto lontana da quanto proposto dal Sindaco.
La nostra piena disponibilità a venire incontro alle esigenze della comunità, con rinuncia alla metà di quanto a noi spettante, è una conferma della nostra volontà di chiudere finalmente la triste vicenda. Resta però intangibile il sacrosanto diritto di quanti volessero continuare a rivendicare il pieno accoglimento del diritto al risarcimento tramite le azioni legali ritenute più opportune.
Vogliamo infine ricordare che gli importi da corrispondere da parte del Comune rappresentano soltanto un parzialissimo risarcimento per l’immane tragedia che ha colpito le nostre famiglie, privato della vita i nostri cari (e all’epoca della tragedia molti di noi erano minorenni a cui sono stati sottratti violentemente i fondamentali legami umani) per responsabilità accertata dell’Ente Comune e di chi non ha operato a tutela della vita di tanti concittadini.
Chiediamo infine un sussulto di dignità e il ripristino della verità da parte di chi oggi ha comunque l’onere di rappresentare il Comune: vanno disconosciute e rigettate senza equivoci quelle parti degli atti presentati da diversi legali nominati per conto del Comune circa asserite, ma mai dimostrate corresponsabilità delle vittime nel verificarsi del crollo.
In ossequio alle sentenze giudiziarie definitive, la insensatezza, illogicità e falsità di tali argomentazioni tendenziose e ingannevoli va disconosciuta e rigettata una volta per tutte.
I familiari vittime crollo via Verdi 6
© Giornale Armonia Registrato al Tribunale di Taranto n. 638 del 23/11/2004
