La pubblicazione della lettera del sig. Pietro Monte rappresenta un utile contributo alla discussione sui problemi legati ai servizi che un’amministrazione locale deve fornire ai cittadini. Lo spirito di collaborazione, prescindendo da eventuali preferenze politiche di una parte di cittadini, rappresenta pietra miliare affinché qualunque amministrazione possa operare per mitigare le problematiche dei cittadini, dal conferimento rifiuti alla viabilità stradale, e in questo senso accogliamo la richiesta del lettore. Sottoponiamo le sue riflessioni ai nostri concittadini e alle forze politiche come pro memoria in vista delle prossime elezioni cittadine, ma ancora di più possa costituire una base di partenza per una discussione generale coinvolgente tutti i concittadini Sangiorgesi. (Redazione)
Sembra una favola d’altri tempi. Quella degli orchi e delle fate, dei cattivi e dei buoni. Vale proprio la pena di esaminare in modo globale il funzionamento di tale servizio .
Intanto c’è da osservare che si tratta di mezzo servizio, in quanto ogni paesano ha il compito di rispettare orari, di essere preciso e scrupoloso nella confezione dei rifiuti, rispettando i giorni, l’ora ed il tipo di rifiuto richiesto. Di ubicare la “pattumella” ( che nome snob e stravagante) al posto giusto, nell’ora giusta e nel giorno giusto. Pena: multe esagerate per chi sbaglia. Quindi, il 50% del lavoro viene eseguito dai privati paesani, più tasse.
Privati sì, d’ogni libertà. Questo sistema così coercitivo ricorda tempi passati, quando ai dissidenti di regime si dava olio di ricino. Evidentemente non si è avuta nemmeno l’accortezza di osservare come funziona tale servizio in centri abitati più grandi ed evoluti del nostro.
IL CRITERIO: IRREGIMENTAZIONE Impositivo, costrittivo, anche con minacce di sanzioni. Proprio come i maestri e le maestre del periodo fascista e post-fascista. Manca solo la bacchetta. Molti di loro peccavano pure di presunzione e grande ignoranza. Noi siamo tutti cafoni paesani, incolti ed incivili e così, dicono i benpensanti saccenti, “ci meritiamo questo trattamento”.
I concittadini vanno sensibilizzati, sostenuti, aiutati, guidati, responsabilizzati, resi partecipi dell’utilità ed edotti sul percorso della raccolta differenziata e dei vantaggi economici relativi.
Siamo tutti bravi a comandare. Altra cosa è dirigere.
Il sistema delle belle pattumelle ha creato in molte case problemi di agibilità ed igiene nelle cucine o locali attigui. Beato chi gode di uno spazio idoneo dove sistemarle!
Il sistema delle belle pattumelle ha prodotto problemi alle persone anziane, sofferenti, a coloro che vivono in grandi complessi edilizi e devono sobbarcarsi ogni giorno, magari con la febbre addosso, la tramontana, la pioggia, il “viaggio della monnezza”, un pellegrinaggio quotidiano.
Il sistema delle belle pattumelle è anche antieconomico poiché prevede una spesa esorbitante rispetto ai costi dei raccoglitori condominiali, di gran lunga inferiori di numero. Costi che dovrebbero essere resi pubblici e comparati, per legittima trasparenza.
Ai negozianti viene concesso il privilegio dei contenitori condominiali posti davanti all’esercizio commerciale ove, senza alcun disagio, possono scaricarsi i residui di scarto.
Prendiamo un esempio a caso : Comune di Reggio Emilia Lungo i viali sono sistemati appositi cassonetti metallici da svuotarsi meccanicamente ogni giorno con gli appositi automezzi di servizio, con chiare scritte : CARTA-VETRO-PLASTICA-UMIDO-INORGANICO.
Il cittadino è libero di versare il rifiuto quando lo produce e quando gli pare. Non è costretto, ma responsabile e partecipe al bene della comunità e dell’ambiente. Al venerdì può mangiare pesce perché non deve conservare le lische fino al lunedì (!).
Gli esempi possono continuare, se solo avessimo l’umiltà di capire che “la massa” non esiste, esistono persone pensanti e responsabili e persone da educare con metodi accettabili.
Non si può sanzionare un intero condominio se un tizio (anche estraneo) ha sbagliato rifiuto o busta. Non si può chiedere all’intera comunità di cambiare in itinere tipo di busta, dopo averle comperate, sol perché c’è chi truffa. Sono metodi militareschi: “Ciccio ha sbagliato e tutto il plotone rimane consegnato” … Il metodo di sparare nel mucchio provoca reazioni negative: è compito della vigilanza individuare chi sbaglia con dolo.
Altro problema: RIFIUTI SPECIALI – RARI E SPARUTI I CONTENITORI PER BATTERIE ESAURITE, PER I PICCOLI RIFIUTI PRODOTTI DAI PASSANTI, PER ARNESI IN DISUSO, CONGEGNI VARI, PANNELLI IN MATERIALE IBRIDO, MOBILI VECCHI, INDUMENTI INUTILIZZABILI, ECC…
In buona sintesi e per concludere, finito questo tirocinio che va avanti a carico degli utenti da un bel po’ di tempo, si può sperare in un miglioramento del servizio ed un netto cambiamento di rotta? Forse il 90% dei paesani ha capito come si fa ….
RESPONSABILITÀ E CONOSCENZA
La responsabilità partecipativa deriva dalla consapevolezza della questione ambientale, dalla conoscenza dell’utilità delle scelte operate, degli oneri accettati e dei vantaggi ottenuti.
Certo, San Giorgio, Carosino, Monteparano ed altri piccoli comuni non salveranno il mondo, ma sono un buon esempio da seguire.
Tuttavia, i concittadini non sono sufficientemente edotti sui percorsi economici della raccolta differenziata, sui costi e sulla quantificazione ed impiego dei relativi vantaggi finanziari.
La conoscenza di codesti percorsi li renderebbe più responsabili ed attivi collaboratori dell’iniziativa che , a livello di principio viene plebiscitariamente condivisa ed accettata. Ma, già dai tempi di Cicerone si diceva “Est modus in rebus”, cioè:” E’ IL MODO DI COME LE COSE SI FANNO” che fa grande un paese. (Pietro Monte)
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