Venerdì’ 18 Marzo nell’Istituto Superiore “Principessa Maria Pia” si è attuata la seconda fase del Progetto “EDUCARSI AL DIVERSO”, proposta dal Distretto SS. Unico- Asl TA/1, e realizzato mediante una progettazione sostenuta e condivisa, a partire dal precedente anno scolastico 2014/15, da una rete: i Consultori del Servizio Sanitario, la Scuola, l’Associazionismo volontario, la Consulta Studentesca Provinciale di Taranto.
D. Catapano, M. Averna, S. Blasi, F. De Benedictis, C. D’Andria, M. Martemucci sono i nostri studenti, ovvero i “ Peer Educators” che – opportunamente formati durante dieci incontri tenuti da esperti professionisti quali la Dott.ssa Barbalucca, l’Avv. V. Russo, il Dott. C. Buccoliero, la Dott.ssa Valente, il Prof. Basile e il Sig. M. Formisano- sono intervenuti nelle classi seconde, incontrando i loro “pari” in attività educative che mirano a sviluppare e potenziare nei pari le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze, il pensiero critico, le emozioni, la costruzione di climi costruttivi e motivanti, la riflessione sugli aspetti formativi caratterizzanti lo stesso progetto. Temi trattati sono stati la forza del gruppo, le differenze di genere, le dipendenze e i comportamenti a rischio negli adolescenti emarginati, la comunicazione come espressione/ ascolto/confronto, il ruolo genitoriale, i metodi di approccio alle espressioni e comunicazioni multimediali. Finalità quella di contrastare i pregiudizi e gli stereotipi legati alla diversità dell’uomo, di favorire la disponibilità al confronto con il prossimo.
Avvalendosi del metodo “Peer to Peer Education”, diffuse le idee sviluppate nel progetto, selezionati i peer educator, nel gruppo dei pari tra “formatori” e “formati” sono state utilizzate modalità altamente interattive al fine di consentire un apprendimento esperenziale: role playng, brainstorming, giochi cooperativi, che aiutano i peer educator da un lato ad ampliare le loro conoscenze sui rischi connessi al comportamento cui l’intervento si rivolge, dall’altro di accrescere le abilità affettive, relazionali e comunicative utili a sviluppare un buon adattamento psicosociale e raggiungere i loro pari destinatari del progetto, gli adolescenti.
In adolescenza, infatti, i pari sono spesso gli interlocutori privilegiati cui rivolgersi per lo scambio di idee e di consigli, condividere paure ed esperienze, confrontarsi, rappresentando così una potenziale ed efficace risorsa per superare i problemi di sviluppo. In tale progetto, quindi, i giovani imparano l’uno dall’altro, come avviene nella vita di tutti i giorni, imparano da qualcuno che si pone le loro stesse domande e affronta gli stessi problemi, con cui condividono dubbi e valori, che cosa significa essere adolescenti oggi, una persona credibile, di cui ci si può fidare.