Di Enzo Carrozzini
Ci domandiamo se nel momento tragico, spaventoso, inusitato che il nostro Paese sta attraversando con un mocroorganismo biologico che sta mietendo vittime come una vendemmia delle annate migliori, sia opportuno rivolgere un pensiero alle vittime provocate da un’altro virus altretranto letale, provocato dalla cupidigia e dalla volontà di sopraffazione di uomini legati alle organizzazioni criminali che generalmente comprendiamo nella definizione di mafia. Oggi è la 24^ “GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE”.
Non possiamo non pensare che in periodi come questi il sistema mafioso non si stia fregando le mani per i probabili affari che potrebbe realizzare per tutti gli investimenti prossimi venturi che il Paese dovrà sostenere per fronteggiare le emergenze sanitarie ed economiche derivanti dall’epidemia, perché inserito pienamente nel tessuto connettivo del Paese, come hanno provato le indagini di Magistrati coraggiosi. D’altra parte se solo volessimo prendere come punto di riferimento la data di nascita della nostra Repubblica, il 2 Giugno 1946,(ma le vicende partono ben prima dell’Unità d’Italia),realizziamo come le azioni mafiose abbiano pesantemente condizionato la storia di questo Paese. E stato così per gli omicidi, nei primi anni del 1900, di Sindaci socialisti e comunisti, di segretari delle camere del lavoro, di semplici cittadini restii a chinare la testa, per proseguire con la prima strage dell’Ialia Repubblicana, a Portella della Ginestra il 1° Maggio 1947, dove contadini manifestavano per avere pezzi di terra da coltivare, e via via agli anni più recenti, il giovane comunista Peppino Impastato, che si oppose ai suoi stessi parenti mafiosi, passando dai magistrati, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Scopelliti,Rosario Livatino, i ragazzi delle scorte, carabinieri,(Carlo Dalla Chiesa, Antonio Varisco), poliziotti, finanzieri, uomini politici cone Piersanti Mattarella e Pio La Torre, giornalisti come Mauro De Mauro, Pippo Fava, Beppe Alfano, il giovane aspirante giornalista professionista Giancarlo Siani, persone inermi uccise da pallottole vaganti, bambini nel centro storico di Napoli. Anche la città di Bari ha i suoi martiri, i giovanetti Michele Fazio e Gaetano Marchitelli, il giovane Papà Giuseppe Mizzi, tutte vittime incolpevoli, “uccisi per errore”, ritrovatisi fatalmente al centro di regolamenti di conti tra clan rivali, o pet scwmbio di persona. Forse il giornalismo dovrebbe dismettere la propensione a definire l’azione di uccidere una persona come
“errore”, quasi come se gli altri delitti avessero dignità di causa, un’azione che priva la vita è un crimine spietato e imperdonabile contro chiunque si rivolga, e in più fornisce sostegno alla vulgata odiosa del “basta che si uccidano tra loro”. È lunga la lista dei martiri di mafia, arduo ricordare tutti, è un rosario infinito costituito da tanti granelli tenuto dal filo della sofferenza dei loro congiunti, che li unisce, li accomuna nel dolore e ne perpetua la memoria, soprattutto quella di coloro che non hanno più un caro che possa piangerli.
Ogni anno il 21 Marzo, il primo giorno di Primavera, l’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti, celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sentiva pronunciare mai il suo nome. E così dal 1996, ogni anno, una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Dal 1°Marzo 2017 il Parlamento Italiano ha dato dignità di Legge a questa giornata che istituisce e riconosce il “Rosario Civile” dei martiri di Mafia. La giornata avrebbe dovuto celebrarsi stamani a Palermo, ma le drammatiche vicende legate all’epidemia del Corona Virus non lo consentono, l’appuntamento nazionale di Palermo è rimandato al 23 Ottobre prossimo. Fervono comunque le iniziative on line sui social. Libera invita a scegliere il nome di una delle circa mille vittime innocenti delle mafie nel nostro Paese (l’elenco è su vivi.libera.it), scegliere un fiore (o realizzarlo in casa, date le restrizioni alle uscite) e postare una foto sui social, dalle 9 del 21 marzo, con hashtag #iorestoacasa #memoriaeimpegno. Invitiamo tutti.