Ester Lucchese
La notizia che il papa lascerà il soglio pontificio il 28 febbraio ha avvicinato anziché allontanare da noi Benedetto XVI, infatti lo abbiamo sentito più vicino di quanto pensassimo, quando egli ha detto che, a causa dell’età, vorrebbe condurre una vita più ritirata ed in preghiera per il bene della Chiesa.
Il papa con questo gesto si è umilmente avvicinato alla condizione dell’uomo comune, con tutte le sue fragilità, ed è divenuto una bellissima ed efficace immagine del Cristo vivente.
Risulta comunque difficile, da parte nostra, accettare questo dato di fatto, perché nella storia un papa si avvicendava ad un altro soltanto se passava all’altra vita. Tutto ciò ci fa credere che anche le Istituzioni più solide, come la Chiesa Cattolica Romana, possano e debbano essere al passo coi tempi. Precorritore a tale proposito è stato il film di Nanni Moretti “Habemus Papam” che ha partecipato al Festival di Cannes lo scorso anno. La trama si riferisce alla storia di un cardinale che, subito dopo essere stato fatto vescovo di Roma, rinuncia a tale carica, perchè attanagliato dai dubbi sul fatto di poter reggere un mandato così oneroso, considerando l’età ormai avanzata. Il messaggio che si vuole lasciar passare, attraverso questo film, è che la Chiesa abbia bisogno di maggiore apertura con l’esterno, con i tempi che sono cambiati, con le influenze sia sociali che mentali di una società “aperta”. Madre Teresa alla domanda: Cos’è che deve cambiare della Chiesa, aveva risposto: Lei ed io. “La religiosa – come ci spiega Ratzinger – intende dire all’interlocutore che la Chiesa non sono soltanto gli altri, non soltanto la gerarchia, il papa e i vescovi: Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. Dall’altro lato, essa parte effettivamente dal presupposto: sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione. Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa – continua Benedetto XVI – deve dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero. Solo così può essere veramente aperta al mondo. Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell’adorazione di Dio e al servizio del prossimo. Il compito missionario, che è legato all’adorazione cristiana e dovrebbe determinare la struttura della Chiesa, si rende visibile in modo più chiaro.’’