Era il 10 ottobre 1971 e John Lennon pubblicava “Imagine” un brano il cui titolo mutuava l’omonimo Long Playing, allora si chiamavano così i dischi in vinile a 33 giri, pubblicato un mese prima. Da quel momento la ballata si avviò ad occupare il ruolo tra i brani musicali più belli della storia della musica pop/rock e, senza dubbio, la canzone più rappresentativa tra quelle incise da Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles. Molti l’hanno definito inno di pace, spesso adoperandolo in tantissime manifestazioni contro la guerra. In un periodo caratterizzato dalla guerra ventennale del Vietnam, con sottofondo la guerra fredda tra le due potenze mondiali dell’epoca Stati Uniti e U.r.s.s., e grandi tensioni sociali, fu quasi inevitabile attribuirgli una significato pacifista, sebbene l’artista inglese l’avesse immaginato più come inno alla fratellanza tra gli esseri umani. Ma se ci pensiamo, che cosa potesse immaginare meglio di una società mondiale fondata sulla fratellanza e mutua assistenza tra gli esseri umani? Magari anche senza guerre economiche solitamente prodromiche a quelle reali fatte a colpi di armi, violenze indicibili e vittime? Un’utopia, da che mondo è mondo, eppure come non commuoversi innanzi alla traduzione del primi versi del brano? “Immagina che non ci sia alcun paradiso. È facile se ci provi. Alcun inferno sotto di noi, Solo il cielo sopra di noi. Immagina che non ci siano paesi, Niente per cui uccidere o morire. Immagina che tutti vivano in pace. Puoi pensare che io sia un sognatore. Ma non sono il solo. Spero che un giorno ti unirai a noi. E allora il mondo sarà una cosa sola..” Pasqua 2024, ancora una festività religiosa per coloro che sono nati sotto le insegne del Dio fattosi uomo e venuto in terra per mostrare la vera strada di pace, fratellanza e amore, accettata in buona parte del mondo occidentale, ma i venti di guerra sono ancor lungi da placare la loro forza devastante e distruttrice. Ucraina, Yemen, il mai risolto conflitto israelo palestinese, il lontano non troppo, e sotto traccia, tra Cina e Taiwan, ( per non parlare di tutti gli altri dimenticati nel resto del mondo) segnano le zone più rappresentative in cui è più forte il rischio di recrudescenza capace di trascinare in un precipizio senza ritorno l’umanità intera. Ma, contrariamente, la comunità mondiale continua ad alimentare politiche industriali di investimenti in armamenti. Siamo davvero giunti all’ultima spiaggia? Può il prodotto interno lordo di un paese poggiarsi sull’incremento che gli deriva dalla produzione e commercio delle armi a paesi belligeranti? E il ruolo dell’Europa Unita qual è? Vuole davvero affrancarsi dall’ influenza degli accordi militari tra i paesi occidentali (Nato) per assumere il ruolo politico che le compete tra i vari contendenti, in un mondo ormai non più bipolare ma multilaterale, con una rinnovata forza e autorevolezza derivante dal fatto di aver assicurato 80 anni di pace e progresso al continente e ai suoi cittadini? Con questi interrogativi inquietanti, e un’insopprimibile speranza ci apprestiamo a trascorrere nel caldo delle nostre temporanee certezze la Santa Pasqua, non senza dimenticare, nel nostro quotidiano, il senso più autentico dell’inno laico di fratellanza che ci ha donato John Lennon. Un particolare e affettuoso ringraziamento a Francesco Scotto, sensibilissimo scrittore, artista e autore dell’acquerello che ci ha concesso l’uso della sua opera con la quale rivolgiamo i nostri migliori auguri a tutti i lettori.
Attualità VENTI DI GUERRA E SPERANZA – PASQUA 2024
VENTI DI GUERRA E SPERANZA – PASQUA 2024
Related posts
Read also