di Enzo Carrozzini
Stamani alle 10,40 Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella stanza della vetrata al Quirinale ha firmato la lettera di dimissioni dall’incarico che aveva assunto il 20 Aprile 2013, a seguito della rieleziene per il secondo mandato in conseguenza dell’impasse che si era venuta a determinare nella Bel Paese in occasione delle elezioni politiche del 2013. Ricordiamo che Napolitano aveva già rassegnato le dimissioni anticipate alla fine del primo settennato , ma l’incapacità della classe politica di provvedere a nominare un degno sostituto, comportò la necessità e la richiesta del suo reincarico da parte dei partiti . Il Presidente accolse la richiesta per alto senso del dovere, malgrado le difficcoltà che tale ruolo comporta,ma, anche in considerazione della sua età avanzata, subordinò la sua permanenza per il tempo necessario al completamento del ciclo di riforme costituzionali elettorali ed economiche necessarie per riammodernare il Paese. Adesso dopo circa nove anni siamo all’epilogo, le riforme sono avviate ma non completate, e Giorgio Napolitano si congeda da grande protagonista della storia politica delli ultimi decenni. Le dimissioni sono state consegnate ai Presidenti di Canera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, e al Presidente del Consiglio Matteo RENZI, che ad Horas ha riunito il Consiglio dei Ministri per le dichiarazioni di rito. I Presidenti di Camera e Senato, intanto, attiveranno la procedura di elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che gli esperti in materia prevedono fissata per la fine di Gennaio. Il nuovo Capo Dello Stato sarà elettoin seduta comune dai rappresentanti di Camera e Senato, assieme ai rappresentanti delle Regioni (tre per ognuna con eccezione della VAlle d’Aosta). Da stamani, come previsto dalla Costituzione, il Presidente del Senato, Piero Grasso, in qualità di seconda carica dello Stato, assume il ruolo di Presidente della Repubblica Supplente per il tempo necessario all’elezione. Si apre adeso un periodo particolare e delicato per la vita delle Istituzioni e ad alcuno sfugge l’importanza che comporta la nomina della prima carica dello Stato, a maggior ragione per il momento che il Paese sta vivendo, c’è bisogno di una figura di alto proflilo quanto quella dell’ora Presidente emerito Napolitano, che sappia (quanto il suo predecessore), di prendere in mano le redini del Paese nei momenti di inadeguatezza manifestati dalla classe dirigente (che a nostro avviso non mancheranno), seguire e portare a termine il processo di riforme, essere punto il punto di riferimento che il dettato costituzionale gli attribuisce. Il tempo dirà se gli attori che adesso sono chiamati a decidere sulla nomina della massima carica dello Stato (a cominciare dal Premier Renzi), saranno all’altezza della situazione..