A chiusura del secondo turno delle elezioni amministrative conclusosi il 21 Maggio, possiamo tranquillamente affermare che numericamente le coalizioni di centro sinistra hanno avuto il sopravvento. I numeri parlano chiaro, complessivamente, nei comuni inferiori a 15.000 abitanti il centro sinistra prevale in 92 (sostanzialmente raddoppiando quelli delle precedenti elezioni del 2007), nei comuni capoluogo 12 su 26 sono del centro sinistra, 5 al Pdl, 1 all’Idv, 1 all’ M5s di Beppe Grillo, 2 al Terzo Polo, 1 a Liste civiche, 1 Lega. Stesso risultato nei comuni superiori a 15.000 abitanti, il centro sinistra vince in 100 comuni su 168, il resto è suddiviso tra 44 al centro destra, 8 al Terzo Polo,3 alla Lega,1 a M5S, 2 a Liste Civiche, 8 ad altre liste. In Puglia la tendenza è confermata, complessivamente nei due turni il centro sinistra vince sul centro destra per 16-8, e un comune passa ai finiani.
La disfatta del centro destra rappresentata dalla ex- coalizione nazionale Pdl- Lega, ancorché presentatisi in solitudine, è lampante. A nulla valgono le arrampicate sugli specchi dei vari rappresentanti dei partiti impegnati negli stucchevoli Talk- Show,
intese a minimizzare o enfatizzare a seconda del risultato. Perché, anche chi ha conseguito un’indubitabile successo può rallegrarsi relativamente.
Queste elezioni si sono contraddistinte dall’alto tasso di astensionismo. La tendenza, già manifestatasi al primo turno, è stata confermata in occasione del turno di ballottaggio. Complessivamente ha votato soltanto il 50% degli aventi diritto al voto, a conferma della scarsa considerazione che gli italiani hanno per il sistema dei partiti e per il modo in cui sono stati gestiti dai loro gruppi dirigenti. E’ un pessimo segnale, e non è detto che i loro dirigenti da qui a un anno, quando si celebreranno le elezioni politiche, riusciranno a recuperare il terreno perso. Troppe ruberie, troppi privilegi, troppa arroganza, troppa distanza dalle persone in difficoltà per i colpi della recessione e per la scarsità di mezzi economici, ci vorrà davvero un miracolo. Le “chiacchiere e distintivo” con cui si è imbrogliato gli italiani negli ultimi anni, rintronandoli di promesse difficili da realizzare, non faranno più presa neanche rimuovendo le vecchie insegne. Anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, vera e propria novità di queste elezioni, in ragione dell’ottimo risultato conseguito a Parma e in tre comuni minori,- (che secondo recentissimo sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli è accreditato con il 18,5% delle intenzioni di voto degli italiani)-, ben presto dovrà misurarsi con i problemi seri che il paese sta affrontando, e non potranno risolversi semplicemente con i “vaffa” del capo carismatico, ma richiederanno impegno e soluzione. Fa ben sperare, tuttavia, l’entusiasmo delle persone che gli stanno intorno e le competenze che potranno dedicare a disposizione. Ma prima o dopo dovranno misurarsi con le altre forze in campo, e qui si misurerà la loro tenuta. Riteniamo, tuttavia, che se il M5S, riuscirà a spingere i partiti tradizionali a rinnovarsi e rimuovere le incrostazioni di malaffare e privilegio avrà reso un grande servigio al Paese.
C’è bisogno di pulizia, di rinnovo della classe dirigente, di un paese normale in definitiva. L’auspicio ed invito è che noi tutti con gli “occhi aperti nella notte buia” della crisi di valori morali e sociali, non ci lasciamo abbacinare dalle alchimie verbali e mediatiche di qualche altro “unto” del signore, di qualche altro nuovo che avanza, (e qui lo intendiamo nel senso culinario del termine, appunto di avanzo), di uno dei tanti Gattopardi che, periodicamente, si affacciano sulla storia di questo benedetto Paese. La faccenda è davvero seria, il rinnovamento del Bel Paese comincia da noi, e non potremo certo pensare di farla franca con il solito “io speriamo che me la cavo”….