Wikipedia lo riporta come il giorno del ricordo, ma non tutti conoscono cosa si celebra il 10 Febbraio. Con la legge n.92 del 2004, lo Stato italiano ha riconosciuto ed ufficializzato una giornata in memoria delle vittime delle Foibe, le barbare uccisioni ai danni della popolazione italiana. Torniamo indietro con la memoria per spiegare meglio cosa accadde in quel periodo. Bisogna ricercare le radici in quella secolare contesa tra popolazione italiana e slava dei territori di Nord-Est e dell’Adriatico orientale. Nel Friuli convivevano numerose persone di etnie diverse: italiani, croati, serbi, sloveni. Il processo di nazionalizzazione avviato da Mussolini impose che in queste zone dell’Italia venisse parlata soltanto la lingua italiana in pubblico, e che le persone slave mutassero i loro cognomi in quelli italiani. Le imposizioni fasciste alimentarono un diffuso malessere e iniziarono a formarsi delle organizzazioni contro lo Stato. Con l’inizio della seconda guerra mondiale, la politica di snazionalizzazione si rivelò un buco nell’acqua e il risultato fu quello di alimentare l’odio. La prima ondata di violenza esplose subito dopo l’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturarono, massacrarono e poi gettarono nelle foibe fascisti, cattolici, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Li consideravano i nemici del popolo. Almeno diecimila persone furono gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali dell’altipiano del Carso (foibe).
Ciò che accadde nelle foibe non si può comprendere, né giustificare come lo stesso eccidio compiuto dai tedeschi verso gli ebrei. A 70 anni dal trattato di pace che mise fine alla guerra fascista, l’Europa della pace, della democrazia diventa il simbolo del rispetto delle identità culturali per combattere il fanatismo che è padre delle crudeltà del mondo.
La redazione del Giornale Armonia vuole ricordare questo momento con un balletto creato da alcune ragazze di San Giorgio Ionico.
Il video esprime appieno alcuni momenti di vita quotidiana che sono drammaticamente sottratti al corso incessante della natura; il dovere della memoria verso tutte le vittime di guerra uniformi il nostro pensiero alla pace.
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