Di Romina Rubino
La vita è un lungo processo di cambiamento e trasformazione continua: durante il suo corso ci si confronta con piccole o grandi scelte, obiettivi da realizzare o falliti, nuovi incontri o separazioni. In tali momenti spesso ci si può sentire persi, spaventati, disorientati; la persona può percepirsi come sopraffatta dagli eventi, incapace di reagire, entrando così in una spirale emotiva che può investire tutti gli aspetti della vita, generando un disagio. Stress, ansia, attacchi di panico, stati depressivi, disturbi alimentari, disfunzioni sessuali, dipendenze, sono tutti segnali di un malessere interiore, una voce che spesso mettiamo a tacere e che in alcuni momenti sembra urlare sempre più forte per farsi sentire. Rivolgersi ad uno psicologo può essere utile non solo per affrontare momenti di difficoltà, ma anche per avvicinarsi ad una maggiore comprensione del proprio sentire, per acquisire consapevolezza di se stessi e delle proprie modalità di relazione con l’altro. Attraverso l’incontro tra paziente e psicologo, si costruisce una relazione volta al cambiamento, in cui si ripercorrono i punti salienti della storia presente e passata della persona, con l’obiettivo di valorizzarne le risorse, generando nuove prospettive. Compito dello psicologo è di accompagnare la persona in questo viaggio dentro se stessa, un cammino sorprendente ma che può spaventare, per questo diventa importante la richiesta di un primo colloquio, che non necessariamente condurrà ad un percorso, ma che sarà utile per una conoscenza reciproca. Nel primo incontro il paziente potrà riferire il suo disagio ed i motivi che lo hanno spinto a rivolgersi al professionista, potrà richiedere informazioni, esplicitando dubbi o curiosità circa i tempi o le modalità del lavoro. Lo psicologo, in questa fase di accoglienza, si concentrerà sulla raccolta delle informazioni necessarie per una maggiore comprensione della richiesta di aiuto e dopo aver valutato insieme al paziente la possibilità di intraprendere un percorso, fornirà spiegazioni circa le modalità di svolgimento del lavoro. In momenti in cui si sente di aver perso la propria spontaneità, il contatto con se stessi, un lavoro psicologico introduce nuovi punti di vista, conferisce un senso a situazioni che sembrano non averne; insieme, paziente e professionista, costruiscono uno spazio di ascolto in cui la persona potrà sentirsi libera di esprimere in modo autentico la propria soggettività, senza giudizi o sensi di colpa. Nella relazione con lo psicologo, fondata sulla collaborazione e sulla fiducia, la persona avrà occasione di guardarsi dentro, di rendersi più consapevole delle proprie modalità relazionali, attraverso un’esplorazione dei propri pensieri e vissuti, con l’obiettivo di superare momenti di disagio ed acquisire nuovi strumenti per esprimere la propria individualità.