Di Eleonora Arnesano
“Po’ usciamo“, divenuto ben presto il tormentone virus dei baresi, era questo l’espediente usato a mò di saluto col quale Adriano Bevilacqua, uno dei personaggi della fiction “L’Ariamara“, commerciante barese dalla condotta borderline tra usura e contiguità alla malavita, interpretato dall’attore autore e regista Carmine di Liddo ( in arte Mino Barbarese), si accomiatava dagli interlocutori per sfuggire a situazioni imbarazzanti. Il primo giorno dell’anno la città di Bari si è svegliata con la notizia della scomparsa di Barbarese avvenuta nel corso della notte all’età di 61 anni dopo due anni di lotta contro una grave malattia.
Tutta pugliese la carriera per consapevole scelta, inizi teatrali con l’amico fraterno Gianni Colajemma insieme al quale dà vita ad sodalizio che porta alla fondazione del Teatro Barium, palcoscenico di loro commedie. Gli anni 90, segnano debutto cinematografico, nel corso dei quali è diretto dai registi di rilievo: Nico Cirasola, Nello Correale, Alessandro Piva, Michi D’Aquino, Vito Gius Reale, Daniele Vicari, di opere premiate. Odore di Pioggia; La CapaGira, Sotto gli occhi di Tutti; Nicola, lì dove sorge il sole; Il passato è una terra straniera; Il prete e il bambino; le pellicole cui ha donato il tratto caratteristico delle sue interpretazioni attorali. Di pari passo la carriera sul piccolo schermo delle Tv Locali,
Telenorba, Teleregione, Telebari, che lo vedono protagonista di esilaranti sit-comedy, fino all’apoteosi raggiunta con “L’Ariamara”, con le sue ben quattro edizioni , verosimile riproposizione di ambienti e situazioni della malavita locale, in cui come Autore e protagonista, riscuote grande successo di pubblico e definitiva consacrazione. Un crescendo troncato anzitempo da un destino impietoso.
“Bari perde un pezzo di storia” ha commentato, affranto, l’amico Gianni Colajemma.
Il commiato alla presenza di colleghi ed estimatori domani 2 Gennaio alle ore. 12 presso la Chiesa di San Giuseppe in Triggiano.