di Francesca Tomei
Da quando, oltre 100.000 anni fa, iniziò l’alleanza tra Uomo e Cane, tante cose sono cambiate. Il discendente del Lupo, adattandosi alla convivenza con l’umano, inconsapevolmente ed involontariamente,ha modificato alcuni tratti caratteriali e morfologici, per meglio rispondere alle richieste – esigenze umane. Ma aggiungo anche che considerando questa alleanza come un mutuo vantaggio, anche nell’uomo si sono verificate modificazioni. Quando, e mi capita soprattutto con i bambini, spiego che tutti i cani, dal minuscolo Chihuahua all’enorme San Bernardo, al gigante Alano, o al Boxer col muso schiacciato, sono tutti lupi travestiti, mi trovo davanti delle facce sorprese ed incredule. E la cosa che lascia più sconcertati non è tanto la differenza fisica, quanto la somiglianza tra le razze di attitudini, bisogni e moduli comportamentali (che però presentano sfumature paragonabili ai nostri dialetti). Oggi esistono circa 500 razze di cani. Non tutte sono ufficialmente riconosciute, sia a livello
mondiale che nazionale. Pensiamo che il Cane Corso non è riconosciuto negli Stati Uniti, ma considerato come razza solo in Europa. E l’American Pit Bull Terrier è considerato cane di razza pura negli Stati Uniti ma non per la cinofilia europea. Perché esistono così tante razze? E’ stato davvero necessario differenziare in così tanta varietà la specie Canis Lupis? Intanto bisogna precisare che la selezione di diverse razze non è stata solo opera dell’uomo. Infatti in condizioni di isolamento geografico è stata la natura a fissare di caratteri morfologici in una determinata razza e a mantenerli immutati per secoli, perché tali caratteri meglio rispondevano alle sfide che i soggetti dovevano affrontare nelle sopravvivenza.In altri casi, e forse nella stragrande maggioranza, è stata la mano dell’uomo ad intervenire e a selezionare dei caratteri che dovevano essere mantenuti. Ma questo intervento è stato sempre messo in atto con scopi di utilità, e non per un fatto estetico (almeno in passato).L’uomo, avendo instaurato un patto col cane che implicava collaborazione e cooperazione, cercò di fissare le caratteristiche più desiderate in base alle funzioni che il cane era chiamato a svolgere: caccia, difesa, guardia,.. La selezione era molto severa (comportava l’uccisione dei soggetti non ritenuti idonei) ed era finalizzata alla scelta del carattere e delle attitudini al lavoro. In un primo e lungo periodo la morfologia, cioè l’aspetto fisico, non veniva considerato se non in un’ottica funzionale. L’aspetto estetico è stato selezionato e mantenuto soltanto successivamente, più o meno dal secolo scorso, quando l’animale iniziò a venir considerato anche come soggetto da compagnia.Ogni razza selezionata doveva rispondere al meglio alle esigenze umane: il levriero che caccia a
vista e cattura da solo la preda deve avere una struttura fisica da corridore velocissimo, presenta gli
occhi in posizione obliqua per avere una visione migliore in funzione al lavoro; il cane da pastore deve essere resistente e rustico, poiché trascorre le giornate sui pascoli a guidare il gregge; il cane da caccia deve avere un pelo che non si impigli tra i rovi, se poi è un cane che scova in tana deve avere una struttura fisica che gli consenta di effettuare questo lavoro,…e così via .Ovviamente ci rendiamo conto che l’intervento dell’uomo ha creato delle razze sempre più specializzate: da un semplice “cane da caccia” sono derivati i cani da ferma, da pista di sangue, da seguita, da riporto,…fino ad arrivare, oggi, alla situazione estrema dei cani da compagnia in formato tascabile! Inoltre un altro motivo che sta alla base della differenziazione di così tante razze va cercato nel fatto che popoli diversi, in luoghi diversi, hanno creato, all’insaputa l’uno dell’altro, razze a volte quasi
identiche, perché spinti dal desiderio e dall’esigenza di avere cani in grado di svolgere un determinato compito.Naturalmente appare evidente che questa enorme varietà è conseguenza dell’operato e dell’intervento umano. Se si lasciassero i cani liberi di riprodursi, senza selezione umana, la natura
Francesca Tomei, Istruttore Cinofilo Presidente della ASD Divertirsi a 6 Zampe