a cura di Massimiliano Raso
Il Chitarrista Paco de Lucia ha scritto: “… sono e sarò per il resto della mia vita un chitarrista di flamenco.” Il Flamenco, prima di essere una musica e una danza popolare, è il viaggio che i Gitani hanno compiuto nel mondo, la scoperta della propria condizione esistenziale. Ma come mai il Flamenco, quella straordinaria tradizione degli zingari dell’Andalusia, i gitani appunto, conosce oggigiorno un’ascesa così importante? A tal proposito, nel mese di luglio il MilanoFlamencoFestival 2015 assume un’importanza sempre maggiore, quest’anno fondamentale, essendo una delle attività programmate nell’ambito del semestre Expo del Piccolo Teatro di Milano, l’unica realtà italiana in grado di riunire in unica rassegna i più grandi nomi del flamenco mondiale. La presenza di artisti del calibro di Guadalupe Torres, Ana Morales e la grande Rafaela Carrasco alla guida del prestigioso Ballet Nacional de Andalucía, evidenzia quanto sia marcato il successo anche in Italia. Flamear, fiammeggiare, oppure dall’arabo felaymengu, cantare, non importa quale sia il suo significato più fedele, si tratta di un’arte globale che comprende differenti manifestazioni artistiche in continuo sviluppo, come dimostra soprattutto la biennale di Siviglia attraverso talenti e tendenze. Un’arte nata per esorcizzare la sete di emozioni, come è stato detto, “trasformando così i desideri in pane per vivere e sopravvivere e raccontando, attraverso il canto, la musica e la danza, la testimonianza di Madre Terra”. Il Flamenco, che si è originato dalle diverse culture del nord Africa, dell’Europa meridionale e dell’Asia medio-orientale, ha influenze arabe, ebree, cristiane, soprattutto è la cultura zingaresca. Il luogo d’origine del popolo Gitano è ritenuto una regione situata nell’attuale Pakistan chiamata Sid, da dove comincia la lunga storia del nomadismo gitano fino a giungere nella regione meridionale della Spagna. Prima del re Carlo III di Borbone, il flamenco dei gitani è da considerarsi un fenomeno artistico quasi clandestino, finché il sovrano non comincia a favorire la nascita di scuole e accademie e la circolazione di tutti i fenomeni artistici e culturali, anche la libertà di movimento e di espressione ai gitani attraverso la musica e la danza. All’inizio della sua presunta nascita (1850) è parte dello stile di vita di un popolo. Non esistevano, infatti, gli artisti professionali e la si esercitava a casa, per un pubblico riservato. Il flamenco nei primi del Novecento conosce una tale profonda decadenza artistica che inquieta artisti quali Federico García Lorca, Manuel de Falla, Ignacio Zuloaga. I maestri cercano, con iniziative positive, di restituirne la sua purezza d’arte, rivolgendo l’attenzione del pubblico sui suoi valori autentici. E’ a partire dagli anni Cinquanta, però, che il flamenco incomincia un’ascesa artistica, una sorta di “rinascimento flamenco”. In questo periodo sorgono i tablaos, locali in cui sono presenti delle pedane di legno su cui gli artisti, o anche la gente comune, possono esibirsi. Inizialmente prerogativa femminile, a partire dagli anni Sessanta in poi grandi figure maschili di ballerini si sono imposte sulla scena internazionale. La più famosa è indubbiamente quella del ballerino Joaquin Cortes che, con il suo battere di mani e piedi, con l’uso delle nacchere, ha portato questa tradizione nelle case di milioni di appassionati nel mondo. Molte esibizioni maschili si basano principalmente su giochi virtuosistici di zapateado y taconeos, con l’utilizzo di scarpe rinforzate sul tacco e sulla punta. Sostanzialmente è un ballo adatto a tutti, aiuta a muoversi in modo più fluido, rinforza i muscoli, migliora la circolazione e la respirazione. La ballerina di flamenco, invece, rivela atteggiamenti sicuri e puliti. La donna diventa più bella e decisa mentre esegue i passi di flamenco. Portamento fiero, dolcemente proteso in avanti e con le spalle aperte e collo ben slanciato. Grazie al successo ed una nuova riscoperta, come in ogni danza che si rispetti sono molteplici gli appuntamenti dove potersi recare ed ammirare le più importanti compagnie di ballo. Non resta che cercare la città più vicina dove assistere ad uno spettacolo di flamenco, altrimenti si può continuare ad immaginare quell’antico viaggio gitano: tra suoni, energie, e passioni che durano in eterno.
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