Una serata culturale legata alla salvaguardia del territorio quella del 23 Luglio 2017 presso la “terrazza Falanhra”, a Paolo VI. L’occasione per incontrare associazioni ambientaliste, artisti, musicisti, vocalist è stata offerta dal presidente dell’associazione “Falanhra” Cesare Natale, dalla vicepresidente Daniela Lelli e dalla socia fondatrice che ha introdotto la presentazione del libro di Vincenzo De Marco “Il Mostro”, Silvana Tarantini.
Una serata che si faceva portavoce della tutela della salute e del lavoro a Taranto non poteva che iniziare con i versi di rabbia e d’amore del poeta operaio Vincenzo De Marco, cantore di una contraddizione esistenziale tra lavoro e veleni che si respirano nella città dei due mari. Lo scrittore e poeta che ha ricevuto commenti di incoraggiamento da Ferruccio Brugnaro, il poeta vate delle fabbriche, ci parla dei gravissimi problemi inquinanti, incalzato dalle domande del giornalista Roberto de Giorgi, e lo fa con una semplicità di linguaggio, importantissimo in questi casi, dato che il messaggio che non si possa essere ricattati con la vita per poter lavorare deve passare limpido, lineare, deciso. Anche perché lo dice a grandi lettere la Costituzione Italiana che la salute è un bene inalienabile dell’uomo, non barattabile con niente e nessuno. Diversamente è reato. Reato gravissimo.
E allora perché continuiamo a ingoiare veleni e polveri sottili?
Questa la domanda chiave della serata, svolta su una terrazza dove il mar Piccolo si offre in tutta la sua bellezza e chiede giustizia, riscatto per le sue acque dolci e salate insieme, come il destino dei tarantini. Interviene anche Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, conosciuto a Taranto, e non solo, per i suoi articoli di denuncia sulla condizione della città. Il professore ci fa notare attraverso delle slide, come si possa vivere, o sopravvivere, in condizioni di degrado con polveri sottili che si insinuano nei nostri polmoni, nel nostro sangue, nel nostro cervello. Gli agenti inquinanti non fanno sconti a nessuno. Né a uomini né a bestie. Lo sa per certo sulla sua pelle l’allevatore Vincenzo Fornaro, a cui sono state prelevate e ammazzate 600 pecore per contaminazione da diossina. “E se facessero le analisi agli abitanti tarantini e provincia, cosa succederebbe -si chiedono i tarantini- ci porterebbero al mattatoio di Conversano?” Vincenzo ha risposto con una riconversione imprenditoriale, ci dice De Marco, per non lasciare la sua terra e continuare a lottare, dal di dentro e senza scoraggiarsi. Le relazioni, il non restare soli in questi casi aiuta molto, è il messaggio di Daniela Lelli: “Lascio la disperazione e prendo la speranza. Da dove posso prendere la speranza? Dal potere delle relazioni. Dalla capacità di fare bene ciò che sappiamo fare, dal donare agli altri e alla nostra terra un po’ del nostro tempo”.
Alessandro Marescotti, Massimo Castellana dei genitori Tarantini, l’attore Giuseppe Calamucci Marotta, Antonio Fanelli ed Elena Manigrasso con i loro intermezzi musicali hanno concluso una serata magica, votata alla speranza e alla voglia di lottare per il bene comune, come ha precisato Ida Secondo, anche lei socia di Falanthra. Falanhra è un’associazione culturale di volontariato socio sanitario che segue con grande impegno progetti culturali come quello appena descritto, e solidali attraverso il progetto Alzheimer Più. Un modo per cercare di cambiare il mondo, anche a piccoli passi, un modo per oltrepassare confini. Confini che si aspettano che tu non oltrepassi. Confini che – una volta resi visibili – puoi oltrepassare con gioia, con strafottenza, con spirito di avventura, con orgoglio. Per il bene della nostra terra.
Di Elena Manigrasso