Il Cardinale Romeo: «Questa sinfonia ci ricorda tante sofferenze che il mondo globalizzato non vuole ricordare».
Il suono del tamburo, che riproduce i passi del manipolo di soldati, con in testa Giuda, che muove in marcia per andare ad arrestare Gesù, è il primo movimento di cinque de «La Sofferenza degli Innocenti», l’opera sinfonica-catechetica composta da Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, fondato nel 1968 assieme a Carmen Hernández (morta nel 2016) e dedicata alla sofferenza della Vergine Maria sotto la Croce.
Composta nel 2011 – dopo un giro del mondo che ha toccato Betlemme, Gerusalemme, Parigi, Madrid, Dusseldorf , Boston, New York, Chicago, Auschwitz (Porta della Morte), Budapest, Fukushima , Tokio, Città del Vaticano, Trieste e Berlino – l’opera musicale è stata presentata a Bari, presso il Palaflorio, domenica 2 giugno alle 18.00, davanti a una platea di quasi 6 mila spettatori giunti da molte regioni d’Italia. Presenti anche un centinaio di Albanesi, festanti tra le prime file. La loro presenza per onorare il martirio dei cattolici albanesi durante il regime comunista di Henver Hoxha.
La celebrazione sinfonica – diretta da Tomáš Hanus, direttore dell’Opera Nazionale del Galles (una delle bacchette più apprezzate della sua generazione che ha guidato 200 orchestrali e coro, appartenenti al Cammino Neocatecumenale, provenienti da Spagna e Italia) – è stata presentata da Silverio Cartolano che con sua moglie Giovanna Imperati sono una famiglia itinerante in Albania, Puglia e Basilicata. Con loro in equipe: il presbitero Juan Francisco Garcia Martinez e il seminarista Daniele Tornelli. Ha presieduto la celebrazione S. Em. cardinale Paolo Romeo.
Commoventi le storie di due testimoni della repressione religiosa ancora viventi,: Prendi Ejlli (Nusha), una anziana donna e Don Gjergj Simoni, un anziano sacerdote.
Il gesuita Padre Mario Imperatori, già direttore della facoltà teologica-filosofica di Scutari, ha relazionato sui martiri albanesi vittime del regime.
Kiko, parlando agli astanti, ha presentato la sua composizione musicale: «Vorrei fosse celebrativa, e direi anche catechetica, sulla sofferenza degli innocenti, sulla sofferenza della Madonna. Forse che la musica riesce a dire qualcosa di più profondo su un tema così importante…?
La sofferenza degli innocenti… Il filosofo Sartre ha detto: “Guai a colui che il dito di Dio schiaccia contro il muro”, e Nietzsche: “Se Dio esiste e non aiuta coloro che soffrono è un mostro e se non può aiutarli non è Dio, non esiste”. Essere schiacciati contro il muro. Uomini buttati per strada, morti di freddo, Bambini abbandonati e raccolti in orfanotrofi di orrore, violentati e abusati. Quella donna, con Parkinson, abbandonata dal marito, che ho conosciuto in quella borgata, che il figlio malato di mente picchiava con un bastone, e che chiedeva l’elemosina… Sono rimasto sconvolto davanti a Gesù morto in Croce, presente lì, in lei, e in tanti altri ed altri… Che mistero la sofferenza di tanti innocenti che portano su di sé il peccato di altri…, l’incesto, una violenza inaudita; quella fila di donne e bambini nudi verso la camera a gas, e quel dolore profondo di uno dei guardiani che dentro al suo cuore sentiva una voce: mettiti nella fila, e va’ con loro alla morte; e non sapeva da dove gli veniva… Dicono che dopo l’orrore di Auschwitz non si può più credere in Dio. No! Non è vero, Dio si è fatto uomo per prendersi Lui la sofferenza di tutti gli innocenti. È lui l’innocente totale, l’agnello condotto al macello senza aprire bocca, colui che porta su di sè i peccati di tutti. In questa piccola opera si presenta la Vergine Maria sottomessa allo scandalo della sofferenza degli innocenti nella sua propria carne, nella carne del suo proprio Figlio. “Ahi, che dolore!”, canta una voce mentre una spada attraversa la sua anima. Vorremmo celebrare insieme, con questi schizzi musicali, quanto un angelo sostenne la Vergine, come accadde a Gesù nell’Orto degli Ulivi quando un angelo lo aiutò a bere il calice preparato per i peccatori.
Vorremmo contemplare e sostenere la Vergine che accetta quella Spada. che secondo il profeta Ezechiele Dio ha preparato per i peccati del suo popolo, e che ora attraversa l’anima di questa povera donna: Maria, Maria! Madre di Dio! Santa Theotokos. Coraggio! Tu sei la Madre di quel Dio che si fa peccato per noi e si offre per la salvezza di tutti. Madre di Dio e Madre nostra.»
In religioso silenzio, i presenti hanno ascoltato, prima una liturgia della Parola e poi i cinque movimenti: Getsemani, Lamento, Perdonali, Spada e Resurrexit. Lunghi applausi e ovazioni al termine per il direttore e gli orchestrali.
Non si era mai vista una partecipazione così coinvolgente del pubblico sinceramente commosso, come anche commossa era la voce del Cardinale Romeo che ha ricordato che: “Dopo quello che abbiamo ascoltato, dopo quello che abbiamo vissuto, dopo quello che abbiamo sperimentato, ho quasi paura di parlare. Papa Francesco nel suo primo viaggio in Italia, ha voluto che fosse un pellegrinaggio. E, come ricorderete tutti, andò a Lampedusa. E là ha parlato della globalizzazione, dell’indifferenza. Stasera Kiko ci ha ricordato, settanta milioni, ma vogliamo dimenticarlo, non vogliamo ricordarlo, non vogliamo fare memoria. Tanti genitori non vogliono ricordarlo, non vogliono farlo vivere ai loro figli, un’austerità di vita, una responsabilità verso gli altri. Papa Francesco ci ha parlato di questa guerra spezzettata. E oggi questa guerra spezzetata, fa migliaia di morti al giorno. Ma non ne dobbiamo parlare. Forse la vediamo, abbiamo sentito le testimonianze dei nostri fratelli albanesi. Ma c’era una cortina e noi non avevamo nessun interesse di andarli a vedere. C’è stata la Shoah.. e vedete ancora oggi c’è una grande indifferenza. Ma noi sappiamo che la radice di tutti questi mali è che l’uomo non vive il mistero della redenzione. Non si lascia convocare da Cristo, ascoltare la sua Parola, seguire i suoi passi e così non è attraverso le leggi che si convertiranno i cuori, non è attraverso le leggi che si camminerà sulla via della giustizia e della pace. Non è per queste vie che veramente conosceremo questa nuova Gerusalemme che ci convoca sulla terra e si apra agli orizzonti del Ciel, nel mistero di questa Ascensione. È lì che noi vediamo tutta la vitalità del Cammino Neocatecumenale, che ha voluto annunziare Cristo, che vuole portarlo nel mondo di oggi, che vuole rivivere quella freschezza e quella vitalità che ha conosciuto agli inizi della Chiesa. I primi cristiani si riunivano per la preghiera, condividevano tutto e nessuno era un estranea. È questo il Cammino che vuole fare, vuole raggiungere il cuore degli uomini. Per questo dobbiamo ringraziare il Signore che ha dato questa sensibilità a Kiko e a Carmen che di fronte a un lavoro immenso, agli orizzonti del mondo, non si sono scoraggiati e hanno detto: «io getto il seme, se è nei piani di Dio lo farà crescere» E man mano che questo seme è caduto ed è cresciuto hanno dovuto farsi carico delle angosce del mondo. Perché attraverso le comunità hanno sentito la sofferenza, hanno sentito questa profezia di Ezechiele, vissuta nel mondo di oggi. Non è nei secoli e nei secoli passati, ma Ezechiele lo possiamo leggere oggi… Ecco dove nasce questa sinfonia, è un grido del cuore.a»
Bari, che in San Nicola, “ponte tra occidente e oriente” (come lo definì il Cardinal Becciu nella visita di Papa Francesco del novembre 2018) ha sempre dimostrato attenzione e accoglienza ai popoli provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico, ha voluto ricordare, in questa speciale serata, grazie a Kiko Argüello e al Cammino Neocatecumenale, ciò che il mondo non ha mai saputo: la sofferenza del popolo albanese e il martirio di tante vittime durante il duro regime di Hoxha.
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