Nell’ambito delle attività del Centro di Ascolto LGBTIQ, che godono del Patrocinio Morale del Comune di Taranto e dell’Ufficio della Consigliera Provinciale di Parità, giovedì 19 febbraio alle ore 11.30 presso la Sala Didattica della Biblioteca Comunale Pietro Acclavio, già Palazzo della Cultura, in Via Salinella #31 a Taranto, torna, con il XXXIII appuntamento, il ciclo “Classici DiVersi”, una serie di matinée promossi dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto, dedicati ad autori classici (e meno classici) che hanno dato forma e colore alla diversità.
Nel corso dell’incontro culturale lo scrittore, attore e formatore Luigi Pignatelli relazionerà su “Nostra Signora dei Fiori” di Jean Genet, scrittore, drammaturgo e poeta francese della “società del male”, tra i più discussi del Novecente. Nei suoi romanzi e nei drammi bene e male si intrecciano e si completano e l’erotismo, filtrato da un desiderio mai nascosto, si esprime in personaggi ambigui, violenti e a volte corrotti: “Anche se non son sempre belli, gli uomini votati al male possiedono le virtù virili”.
La biografia di Genet è costellata da vuoti d’amore che ne segnano le scelte e la condotta. Nato nel 1910 fu abbandonato dalla madre e affidato alla pubblica assistenza; i numerosi furti compiuti lo portarono, prima, in riformatorio e poi, fino a trentasei anni, in giro per le carceri parigine ed europee. Il genere d’umanità di cui fu circondato nelle galere, il popolo di derelitti, di reietti, di assassini o semplici disertori è lo stesso che popola i suoi romanzi e le sue opere teatrali.
Nel 1946 Jean Genet scrive il suo capolavoro, Nostra signora dei fiori, seguito da Il miracolo della rosa. Fu proprio il talento a salvare lo scrittore dall’ergastolo previsto dalla legge francese dopo la decima condanna: un gruppo di letterati, infatti, chiese, ed ottenne per lui la grazia. Restituito alla vita civile, Jean Genet trascorse il resto dei propri anni scrivendo opere teatrali, come I paraventi o Il balcone il cui linguaggio capovolgeva i valori tradizionali e l’autobiografia dal titolo Il diario di un ladro, che ne consacrò il talento. La cultura ufficiale lo accolse come un genio maledetto, ma la sua vita quotidiana rimase coerentemente legata all’emarginazione che lo aveva sempre accompagnato, mentre il suo nome continuò a suscitare accese polemiche letterarie.
La partecipazione è libera e gratuita. Si consiglia, però, la prenotazione al +39 388 874 6670