Salve amici e lettori del GiornaleArmonia!
Il cuore è pieno di emozione e di gratitudine verso Dio e la santa madre Chiesa, perché in quest’anno giubilare stiamo vivendo due momenti meravigliosi per il nostro popolo albanese. Un mese fa infatti abbiamo festeggiato accompagnati dal ex missionario in Albania don Antonio Giovannini e il giovane prete albanese don Gerti, la canonizzazione della nostra Santa Madre Teresa di Calcutta e tra un mese saranno beatificati nella cattedrale di Shkoder (scutari) 38 martiri del regime comunista. Dio ama l’ Albania e continua a benedire il nostro martoriato e piccolo paese. Anche se tanti di noi per motivi di lavoro non potranno essere presenti il 5 novembre a Scutari, il nostro cuore è là e lo accompagneremo con preghiera e devozione. Il loro moto: “Fe e Atdhe” (Fede e Patria) e scolpito nel cuore di ogni credente e non solo, perché veramente la loro atroce testimonianza ed “il loro sangue sta diventando sempre di più seme per i nuovi cristiani” e conferma per quelli più deboli. Ho avuto la fortuna di conoscere da vicino e di essere battezzato come tanti amici miei coetanei da un martire vivente, il gesuita Padre Anton Luli, la sua storia in carcere mi ha colpito molto. Avevo 14 anni quando venne a Shenkoll, dove (stranamente per un gesuita) aveva fatto da parroco prima di andare in prigione. La gente lo affollava ogni volta che veniva a celebrare messa anche per chiedere la corona del santo rosario oppure immaginette. E lui alla sua maniera cercava di accontentare tutti, i bambini sopratutto. Agli inizi la messa era ancora in latino e ovviamente non capivamo niente, anzi ci annoiavamo perché quel edificio prima era palazzo di cultura trasformato dal regime comunista e noi ragazzi eravamo abituati e vedere cinema, spettacoli o circo. Però abbiamo iniziato pian piano a imparare il rosario e le preghiere sopratutto con l’aiuto dei cari noni che li sapevano a memoria. Mi ricordo una volta durante il comunismo che mia madre stava ascoltando in una vecchia radio il santo rosario in latino trasmesso dalla radio vaticana, non capivamo gran che però lei diceva che sono le preghiere, il rosario. Il mio papà per la paura delle spie che ci possono essere gli sgridava ovviamente. Alla caduta del comunismo la mamma fa uscire fuori dalla sua cassa di legno una bella immagine della Sacra Famiglia in tela. Cosi anche il santuario di Sant’Antonio a La, veniva frequentato di nascosto anche da mia madre con noi che ogni tanto lo accompagnavamo.
Quanti ricordi e quante speranze per il futuro di questo paese che si sta riprendendo partendo appunto dalla fede e riscoprendo le sue radici cristiane.
Aleks Vulaj Comunità albanese Legnano (Mi)