(Immagine Comune di Calenzano Fi)
a Cura di Rino Bizzarro*
Sabato 12 Novembre, alle ore 18,30, presso L’Eccezione – Cultura e Spettacolo di Puglia Teatro, a Bari, in Via Indipendenza 75, per la 42^ stagione artistica di Puglia Teatro, patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dalla Regione Puglia, dall’Università e dal Comune di Bari, dalla SIAD –Società Italiana Autori Drammatici di Roma, un nuovo primo appuntamento-spettacolo, questa volta del ciclo ‘La Società educante – L’ottimismo della volontà’, a cura di Vittoriano Caporale. Questo primo incontro avrà per argomento “L’educazione permanente – Dalla scuola alla vita”; Rino Bizzarro interpreterà un brano da “Educazione e Società nel mondo contemporaneo”, Studi in onore di S.S. PAPA PAOLO VI.
L’espressione “società educante” è stata resa significativa dal “Rapporto Faure”, intitolato: “UNA COMUNITÀ EDUCANTE COME PRESAGIO”, pubblicato nel 1974 con l’intento di proporre agli educatori dell’ Europa di oggi un grande ideale unitario da perseguire insieme. L’ idea di una società, così intesa, risale a Plutarco, convinto che la “polis (…) è il miglior maestro”. La responsabilità educativa della società è stata riproposta, nelle loro opere, dagli educatori e dai pedagogisti più illustri del passato, moderni e contemporanei: Platone, Campanella, Moro, Pestalozzi, Dewey, Makarenko, Hessen, Maritain fino ad Agazzi e a Mencarelli. In modo più esplicito possiamo affermare che la “società educante”, pur essendo criticata da molti come una “utopia”, costituisce la condizione necessaria per poter pensare a un progetto di “educazione permanente”, che cominci dalla primissima educazione nella famiglia, nell’asilo nido, nella scuola dell’infanzia e continui coerentemente e responsabilmente per tutto l’arco della esistenza sia nella scuola che al di fuori della scuola, sia nel mondo del lavoro che in ogni ambito e momento in cui si esprime la vita sociale. Pertanto, l’educazione permanente, oltre a rappresentare per ogni persona una risposta fondamentale alla sua sentita esigenza di “imparare ad essere” costituisce una contestazione nei riguardi della società attuale spesso emarginante, alienante o strumentalizzante, poco incline cioè a rispettare le qualità e le aspirazioni autentiche che ogni persona esprime nella vita sociale e nella civiltà.