di Enzo Carrozzini
“Scusa ma tu chi sei?” , “ti ringrazio per tutto quello che stai facendo per me“ tra queste due frasi emblematiche, si svolge l’inizio di un percorso lento, ma di inesorabile declino di una coscienza verso l’oblio, fino al punto di smarrire quella particolare luce degli occhi che contraddistingue la sua personalità nella società circostante, perché la roulette del destino, o la clessidra del suo patrimonio genetico ha incominciato a contare i granelli. E da quel momento è un percorso di dolore, apatia, rassegnazione, rabbia, solitudine, a volte gratitudine e speranza quando Il male concede una tregua che apre alla flebile carità del procrastinare una inevitabile sconfitta.
Parliamo di Alzheimer, una malattia degenerativa delle cellule cerebrali che inizia con piccoli segnali di perdita di memoria fino ad arrivare al punto in cui un individuo non riconosce più i propri cari e a non riuscire ad attendere le attività quotidiane più semplici. Un percorso straziante che si ripercuote non soltanto sulla persona ammalata acuendo il suo senso di inutilità, frustrazione e vergogna, ma anche, se non è sola, sulla sua famiglia, provocando sconvolgimenti difficili da accettare e, a volte, incomprensibili. Alzheimer è una malattia infida, carpisce l’individualità della persona, crea disagio sociale per tutti i soggetti che ne sono colpiti direttamente o indirettamente, e non esistono farmaci capaci di arrestarla o farla regredire perché i trattamenti disponibili tendono soltanto a contenerne i sintomi. Per questi motivi, attese le scarse possibilità di successo delle cure, assume fondamentale importanza la catena di solidarietà tra le famiglie di malati. In Italia, la Federazione Nazionale Alzheimer,(info su www.alzheimer.it) riunitasi in associazione senza fini di lucro, svolge la sua encomiabile attività per la promozione della ricerca medica e scientifica delle cause, sulla cura e assistenza per la malattia, e , cosa fondamentale, supporto e sostegno dei malati e dei loro familiari. Per malati e familiari sapere che c’è un organizzazione capace di accompagnarli nel calvario della malattia, può lenire sconforto e disperazione per il notevole supporto psicologico proveniente da parte di altre persone segnate dalla medesima esperienza, si realizza, sostanzialmente, una catena di solidarietà umana che insegna anche il comportamento da adottare per realizzare che quelle Identità e vite sfuggenti, non sono meno degne di essere amate, seguite, accompagnate, risarcite, in un certo qual modo, di una dignità che ineluttabilmente sono destinate a smarrire. Tutto serve per diffondere la conoscenza del regresso cerebrale cui l’essere umano è predestinato, e la riproposizione sulla scena di drammi siffatti può contribuire alla sensibilizzazione e maggiore consapevolezza sulla quella vicenda umana.“L’Identità Smarrita- Alzheimer “, è un impegnativo lavoro teatrale ideato , interpretato e diretto dall’attrice e regista Floriana Uva, che affronta la difficile tematica ricorrendo ad un impianto di immagini, musiche, azioni sceniche e lettura di testimonianze, dal quale promana un profondo e coraggioso messaggio di opposizione alla malattia, e di invito all’ amore ed alla solidarietà. Insieme a Floriana Uva compaiono : Lorenzo Pescini , autore delle musiche , e l’attore Angelo Michele di Donna con intervento in voce registrata. Sabato 10 Ottobre alle ore 19,30 presso la caratteristica cornice dello “Stadio di Domiziano” ,Via di Tor Sanguigna, 3 (Piazza Navona) in Roma, il lavoro della regista barese sarà presentato nell’ ambito del ciclo eventi sul tema dell’”Identità”, organizzato dalla società Dialuma, per la serata dedicata a “Identità e memoria”. Interverrà Carmela De Bonis, Presidente dell’“Associazione Alzheimer Roma Onlus.
Sabato 10 ottobre 2015 “Stadio di Domiziano”
Via di Tor Sanguigna, 3 (Piazza Navona) – ROMA
Infotel: 3467902890 – 3467928598 | info@dialuma.it
(Graphic Image : Roberta Uva)
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