Un sentito grazie Nicola Lofoco per il commovente ricordo del “reporter” Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza il 13 Aprile 2011. Vittorio non è stato un reporter professionista era collaboratore del quotidiano Il Manifesto, viveva a Gaza perché attivista dell ISM (International Solidarity Movement), ma la sua attività lo annovera senza dubbio tra i reporter di pace. (E.C.)
di Nicola Lofoco*
“Hola Vik”. In questo modo salutavo sempre Vittorio Arrigoni quando riuscivo a chiamarlo per un intervista ed una piacevole chiacchierata. Il tutto avveniva sempre nel cuore della notte, quando Vittorio poteva parlare in tranquillità e libertà in collegamento da Gaza City, quella che era ormai diventata la sua vera dimora. La sua voce era sempre ferma, decisa, nel raccontare tutto quello che ogni giorno accade nella striscia di Gaza.
I suoi racconti sui pescatori, sui bambini, sulle giovani madri. Sulle sue giornate passate tra la sofferenza di una popolazione ormai stremata dagli orrori della guerra. Vittorio era sbarcato a Gaza nel 2008, ed alla fine di quello stesso anno era stato l’unico italiano presente nella striscia durante l’operazione militare israeliana “Piombo Fuso”.
Con enorme coraggio riuscì a raccontare al mondo intero tutti gli orrori di quell’orrendo attacco, dalle bombe al fosforo alle innumerevoli vittime innocenti, soprattutto bambini. Da qui nacque il suo memorabile libro “Gaza, restiamo umani”. Era convinto di quello che faceva. Per Vittorio riuscire a regalare un sorriso a chi ne aveva bisogno era al di sopra di ogni altra cosa. Ed ogni giorno ha sempre continuato a raccontare tramite il suo blog “guerrilla radio” tutto quello che ogni giorno accadeva a Gaza. Le circostanze della sua morte sono ancora tutte da chiarire. Un gruppo salafita vicino ad Al Quaeda, tale “Brigata Mohammed Bin Moslama” lo avrebbe rapito nella giornata di giovedì, dando un ultimatum al governo di Gaza guidato da Hamas di liberare dalla carceri alcuni loro compagni entro e non oltre 30 ore. Quelle 30 ore non sono mai passate, dato che il corpo senza vita di Vittorio è stato ritrovato nella notte tra giovedì e venerdì.
Perché i rapitori non hanno rispettato l’ultimatum di 30 ore da loro stessi emanato? I terroristi hanno diffuso la notizia del rapimento diffondendo un video su youtube. Un modo molto inusuale di annunciare un rapimento. Ed è un video molto ambiguo, strano, dove Vittorio ha gli occhi bendati, non parla, ed ha il capo tenuto fermo dalla mano di uno dei terroristi. Perché non hanno fatto dire direttamente a lui le loro richieste? Perché non farlo parlare? In un primo momento la causa della morte è stata quella del “soffocamento”. Successivamente si è parlato di “impiccagione”.Cosa è successo veramente tra giovedì e venerdì dunque?
Urge subito chiarezza sull’intera vicenda, una chiarezza che mi auguro chiedano subito le autorità italiane. Con Vittorio si perde l’unica vera voce libera ed indipendente che vi era nella striscia di Gaza. L’unica vera voce libera ed indipendente che ci informava in modo preciso e tempestivo su tutto quello che è ormai diventata una prigione all’aria aperta come Gaza. Addio Vittorio. Purtroppo non sentirò più la tua voce. Purtroppo non sentirò più i tuoi racconti. Spero che tutti riusciremo, senza di te, ora, a restare umani.
*giornalista e blogger