Di Davide Ndoj
Il sindaco che non voltò lo sguardo: Enrico Dalfino e la scelta di accogliere 20.000 migranti albanesi, nel giorno in cui Bari divenne porto di umanità.
L’8 agosto 1991 è una data incisa nella memoria collettiva della città di Bari e nella storia dell’immigrazione in Italia. In quel giorno, attraccò nel porto del capoluogo pugliese la nave Vlora, una vecchia imbarcazione cargo salpata dall’Albania con a bordo oltre 20.000 persone, stipate come ombre disperate in cerca di una possibilità di vita.
A guidare la città in quei momenti difficili e drammatici c’era Enrico Dalfino, sindaco di Bari, giurista raffinato, docente ordinario di Diritto Amministrativo all’Università degli Studi di Bari, con una laurea con lode conseguita nel 1958. Politicamente vicino alla Democrazia Cristiana, Dalfino rappresentava una figura di rigore e integrità, ma anche di profonda sensibilità umana.
Quando la Vlora arrivò, lo Stato italiano non era pronto. Le istituzioni furono colte alla sprovvista, le autorità nazionali incerte e talvolta ostili. In quelle ore concitate, la scelta di Dalfino fece la differenza. Mentre qualcuno chiedeva l’espulsione immediata, lui decise di guardare oltre la paura e il pregiudizio. Pronunciò una frase che resta scolpita nella storia:
“Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro. Noi siamo la loro unica speranza.”
Così, lo stadio della Vittoria fu trasformato in un centro di accoglienza. Migliaia di cittadini si mobilitarono per portare cibo, acqua, vestiti. Dalfino fu criticato, attaccato, ma non tornò mai indietro. La sua scelta fu politica, ma prima ancora etica: accogliere chi scappa dalla fame, anche in assenza di strumenti adeguati, era un dovere morale.
Nel tempo, la figura di Enrico Dalfino è diventata simbolo di umanità, lucidità e coraggio istituzionale. In un’Italia ancora divisa sull’immigrazione, lui comprese che dietro ogni migrante c’è una storia, un dolore, una speranza.
A 34 anni da quel giorno, mentre in molte parti del mondo si costruiscono muri e si chiudono porti, il gesto di Dalfino ci ricorda che la vera politica è fatta anche di scelte impopolari ma giuste.
E che un sindaco può scrivere la storia semplicemente scegliendo di non voltarsi dall’altra parte.

